Fran, classe 1983.
Leggermente alta, leggermente cinica, leggermente rompicoglioni, Frequento Medicina, lavoro (più di uno) e scrivo come grafomane [non necessariamente in questo ordine però]. Toscana, ma meglio: etrusca. Juventina incallita... Il resto leggetevelo, dovrebbe emergere...
Altamente irritabile, sebbene alla fine non si noti, iperattiva, sarcastica ma sotto sotto anche buona tendente al coglionesimo.
Nata a Roma, non romana, poco laziale, orgogliosamente toscana, adottata parmigiana.
Nasce lo stesso giorno di Niccolò Machiavelli, di cui condivide sfiga e tendenza a ragionare troppo.
Una lunga sequela di spostamenti l'ha portata in diverse parti d'Italia e di Baviera. Alcune ricordate con piacere, altre assolutamente no.
Parla il tedesco come se un'immigrata di terza generazione in America, conoscente solo il dialetto dei nonni, tornasse a Milano e dovesse chiedere cappuccio e brioche.
Lavora dall'AD 1996, giugno, 21. Per questo sui 22 anni si è potuta permettere di indebitarsi per il prossimo lasso di tempo della sua vita con la sua banca, che non è differente.
Sciava, giocava a calcio, ora usa la bici per fare casa-università visto che l'auto dentro l'ospedale non la fanno entrare.
Possiede alcune cicatrici rimediate in attività sportiva a medioalti livelli. Ora anche qualche cicatrice è stata fatta aggiustare visto che non ha abbastanza testosterone per imitare melgibson.
Dopo la maturità scientifica, quando i professori si misero a ridere sentendo che facoltà volesse prendere e gufando clamorosamente, cerca di entrare a medicina. Ma trovando la porta chiusa fa un anno di CTF, ricordato nei suoi annali come il più ganzo degli ultimi anni, vissuto da sfavata dal primo all'ultimo esame.
Durante l'anno di stallo universitario si trova ben quattro lavori. Ora ne conserva solo due.
Studia medicina pressoché perché vuol diventare medico, stanca di essere studiata essa stessa dalla medicina. Ma studiare è un parolone.
La vita amorosa è da Vajont. Il primo moroso decide suo malgrado di morire e il secondo decide con sua colpa di essere calciatore anche in serie A. Dopo questi due cardini decide, suo malgrado?, che magari essere single è meno difficile, ma attende che l'uomo (quasi) giusto le cada addosso senza conseguenze da traumatologico.
Ama i cani più degli esseri viventi. Anche perché dopo che gli hai fatto fare la cacca, la vaccinazione per il cimurro e passato il vermicida il cane è più fedele e meno rompicoglioni.
La mattina di norma si sveglia sempre incazzata. Inizia ad essere una persona godibile verso le 19, meglio se con tasso alcolico alterato.
Considera il signor Matthew Bellamy un fottuto genio. Potrebbe cantare anche la lista degli eccipienti dello sciampo e ruttare e lo sarebbe lo stesso.
Probabilmente è tra le poche a non notare che Adrien Brody ha un naso tanto, e quindi lo trova figo (in mezzo al naso).
Chiede perché non è possibile trovare Michael Vartan nei panni di un agente a caso ferito in ospedale, che stavolta prima di dichiararlo morto controlla lei bene.
Tifa Juventus dalla tenera età di quattro anni. Come reazione in curva Fiesole a "Visto che bella squadra la Fiorentina?".
Ama i suoi centottantadue centimetri, che le permettono di ingrassare qualche chilo senza essere notata più di tanto, visto che son già abbastanza in partenza.
Dal primo anno di università porta i capelli rossi, visto che ne ha abbastanza delle battute sulle bionde.
In proporzione ha più amici maschi che femmine. E le sue amiche femmine non hanno mai letto top girl.
Ha una memoria pessima per quello che non le piace e formidabile per le cazzate.
Legge ancora correntemente Descartes e Fromm, e non per prendere sonno.
Ha un senso dell'orientamento da Tom-Tom. Si perse solo una volta, a Perpignan, visto che c'era uno stronzissimo dedalo di sensi unici.
Sin da tenera età, le cronache narrano verso i suoi quattro anni, dava del coglione alla finestra con ilarità generale del vicinato al padre. Ora si è accorta che non è che avesse tanto torto.
Ha la piccola tendenza a imporsi. Ma quelli incazzosi tipo invadiamo la Polonia non erano i parenti crucchi, bensì quelli toscani.
Ha la piccola tendenza a sottovalutarsi, ereditata forse dal brainstorming paterno che la riteneva troppo alta, troppo poco femminile, con le tette piccole, il culo grosso e con le risposte troppo a tono.
Ha una erre moscia che si è ritrovata per caso. In compenso è una dei pochi esseri viventi in Italia a pronunciare tutti gli accenti giusti.
Pensava fosse bello scrivere per delle riviste, ma quando vedeva che nessuno la pagava e non si arrivava a fine mese ha deciso di scrivere per se stessa. E per chi legge gli sglaps.
Pensa che sentire un murmure vescicolare sia bello quanto sentire il Rigoletto.
Ce l'ha più con se stessa che con gli altri, quindi se vi tratta male è un po' quasi un complimento finché non passa a roteare un cric in mano.
Tende sempre ad annoiarsi, in qualsiasi cosa, per qualsiasi cosa, durante qualsiasi cosa.
La cosa che più odia di se stessa è la sua sinusite cronica e le cicatrici dell'acne (che non fanno effetto donnaderoccia). Ah, sì, e le unghie troppo piccole, troppi nei e le dita storte. Mmm, e il collo del piede alto?
Dal 14 febbraio 2000 frequenta più o meno attivamente e poi modera meno o più attivamente il newsgroup it.sport.calcio.juventus.
Dal 22 aprile 2004 apre lo sglaps "Uccidi un grissino: salverai un tonno..."
Nel 2005, a data non memorabile, inizia a invadere con la sua evve le frequenze di Radionation con Radiosglaps, programma non pensato ma completamente condotto all'impronta.
Nel 2006 il primo incarico lavorativo internazionale in Francia, sperando in seguiti.
[continua?]
sabato, giugno 17, 2006
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento